Nella nostra vita di tutti i giorni siamo oberati di doveri, compiti da dover portare avanti, cose che dobbiamo fare, sul lavoro e non.
Personalmente mi sento subissato dalle cose da fare ogni giorno!
Se facciamo attenzione, quando diciamo “Devo fare questo…” dentro di noi generiamo una energia opposta al messaggio che vorremmo comunicare.
Quando diciamo “Devo smettere di fumare” oppure “Devo fare più movimento” o ancora “Devo dimagrire” poi riusciamo in questi intenti?
No, semplicemente perché a livello profondo noi non siamo nati per essere schiavi.
Tu non sei nato per essere schiavo!
Non siamo nati per sottometterci agli ordini. Quindi tendiamo a non comportarci in linea con i DEVO, sia che provengano da fuori di noi, sia che vengano da dentro. E anche se cediamo a qualcuno di questi DEVO, a queste pretese, le nostre azioni sono stimolate da un’energia a cui manca la GIOIA VITALE, e quindi alla fine non funzionano e non ci fanno stare bene.
Cosa fare allora quando abbiamo dei compiti da svolgere che sentiamo che dobbiamo fare? (Le famose attività e scadenze improrogabili che dobbiamo gestire nella vita quotidiana?).
Vediamo un processo in 3 passi suggerito dallo psicologo statunitense Marshall Roseneberg, allievo e assistente di Carl Rogers, Direttore dei Servizi Educativi del The Center for Nonviolent Communication (che offre seminari di comunicazione in 30 paesi nel mondo tra cui l’Italia) e autore del libro “Le parole sono finestre [oppure muri]”.
PASSARE DAL DEVO ALLO SCELGO: ESERCIZIO PRATICO
Come detto troppi “devo” spengono qualsiasi entusiasmo per le cose che facciamo nella nostra vita.
Capita anche a me: quando mi dico “devo andare a lavorare”, “devo andare a correre” o “devo uscire stasera” anche attività che potenzialmente potrebbero avere degli aspetti postivi se approcciate in questo modo (con il “devo”) assumono un tono pesante e negativo.
Vediamo come possiamo uscire da questo ‘vortice’ in 3 passi:
1) Fai un elenco delle attività che DEVI fare.
Per fare un esempio io oggi potrei scrivere: “DEVO andare a lavorare”, “DEVO pagare il bollo della macchina” e stasera “DEVO fare la cena per la famiglia”.
Ora è il tuo momento: prendi carta e penna (o una nota digitale) e scrivi il tuo elenco con le prime cose che ti viene in mente di DOVER fare oggi!
2) Ora viene il bello: riconosci a te stesso che queste attività non DEVI farle ma SCEGLI di farle.
Prendi l’elenco che hai appena scritto e sostituisci alla parola “DEVO” le parole “SCELGO DI…”.
Nel mio caso posso scrivere: oggi…
- “Scelgo di andare a lavorare”
- “Scelgo di pagare il bollo della macchina”
- …e stasera “Scelgo di preparare la cena per la mia famiglia”.
Mi potresti dire: “Sì, grazie Albe, così è facile, ma non è vero… io non scelgo di pagare il bollo della macchina, lo DEVO FARE! Sennò quei soldi li userei per andare a cena fuori…”. Certo, la prima impressione è quella, ma vediamo il prossimo passo, ti ho scritto che erano 3 per uscire dal vortice!
3) Riprendi l’elenco e completa la frase “Scelgo di… perché voglio/ perché desidero…”.
Metti come risposta allo “Scelgo di…” quello che ottieni come riflesso delle attività che fai.
Riprendendo la mia lista, io potrei andare a lavorare o potrei anche non andare e starmene a letto.
In realtà io non DEVO andare a lavorare! Quando ero ‘disoccupato’ ad esempio non dovevo andare a lavorare… me lo sono cercato io un lavoro! Quindi è vero che potrei starmene a letto, ma le conseguenze sarebbero che perderei il lavoro e soprattutto lo stipendio!
- Quindi: “SCELGO di andare a lavorare perché VOGLIO guadagnarmi lo stipendio che mi permette di vivere come desidero”.
- “Scelgo di pagare il bollo perché voglio possedere e utilizzare la mia automobile per viaggiare e spostarmi”. Se non pago il bollo la tassa aumenterà e potrebbero addirittura togliermi l’automobile e, senza automobile, addio libertà di movimento! (E’ da quando sono adolescente che non vedevo l’ora di essere indipendente, il mio primo motorino me lo sono comprato a 16 anni!).
- Infine “Scelgo di fare la cena per la mia famiglia perché voglio dare da mangiare ai miei bambini”: voglio bene ai miei bambini, voglio che crescano sani e forti; quindi mi occupo di loro dandogli da mangiare. Già che ci sono, provo anche a farlo con amore, così sono più contento mentre cucino (anche se non sono un Master Chef!) e i piatti vengono meglio.
Questo semplicissimo esercizio ci dà la possibilità di capire quali sono le reali motivazioni che ci spingono a compiere le attività che facciamo ogni giorno.
Ma c’è di più.
Conoscere la motivazione che sorregge le nostre azioni, dà un senso profondo alle nostre attività, e ci permette di apprezzare quello che abbiamo e facciamo.
Capiamo lo scopo dei nostri gesti, e li colleghiamo al soddisfacimento dei nostri bisogni. Grazie a questo piccolo collegamento potremo sperimentare una maggiore gioia nello svolgere le nostre azioni quotidiane!
APPROFONDIMENTO: LE PRINCIPALI MOTIVAZIONI DIETRO ALLE NOSTRE AZIONI (AI NOSTRI “DEVO”!)
Quali sono le principali motivazioni che ci spingono a compiere le attività di tutti i giorni?
Vediamo un piccolo elenco insieme per riconoscere quelle che maggiormente ci spingono nella nostra vita:
- Il denaro: è naturale, nella nostra società è molto importante avere o guadagnare soldi. Non c’è nulla di male di per sé, i soldi sono uno strumento che ci consente di appagare i nostri bisogni.
- L’approvazione: l’approvazione è la ricerca del riconoscimento da parte degli altri. Siamo educati fin da bambini a ricercare questo riconoscimento, tramite ricompense o punizioni. Per questo da grandi crediamo che la vita consiste nel fare cose in cambio di riconoscimenti, sul lavoro, con gli amici, in famiglia. Facciamo le cose per far piacere agli altri: in realtà se riusciamo a concentrarci e a scoprire i nostri veri bisogni, che sono unici per ciascuno di noi, potremmo scoprire che soddisfarli porta beneficio a noi e agli altri.
- Sfuggire a una punizione: questo è l’atteggiamento con il quale paghiamo le tasse (e le multe!). Molti di noi ritengono profondamente ingiuste le tasse nel nostro paese, lamentandosi anche del calo dei livelli di servizio in Italia, ma paghiamo le tasse per non incorrere in sanzioni, pignoramenti e sequestri. Molti rispettano le regole sul lavoro perché hanno paura delle sanzioni disciplinari se le trasgrediscono. In realtà tasse e regole servono per il vivere civile nella nostra società.
- Evitare la vergogna: a volte la nostra motivazione nel fare alcune cose è retta dal pensiero che se non le facciamo ci giudicheremo negativamente. Compiere azioni per evitare la vergogna le rende poco piacevoli!
- Evitare i sensi di colpa: in questi casi facciamo delle cose per soddisfare le aspettative degli altri. Pensiamo: “Se non lo faccio, gli altri saranno delusi da me”.
Su questo possiamo fare un piccolo spostamento appena sorge il senso di colpa: anziché dire a noi stessi “Se non lo faccio gli altri saranno delusi” possiamo pensare “se lo faccio gli altri saranno contenti” e già la nostra azione sarà connotata da maggior gioia.
- Il dovere: quando neghiamo le nostre scelte e usiamo parole come “dovrei”, “mi tocca”, “non posso” il nostro comportamento sembra influenzato da un vago senso di colpa, un obbligo. Quando agiamo così siamo scollegati dai nostri bisogni e non proviamo gioia per le cose che facciamo. Ricollegarci ai nostri bisogni e desideri ci aiuta ad abbandonare l’approccio emotivo del “DEVO” per abbracciare quello più entusiasta e ricco di volontà dello “SCELGO”!
Io sono spinto prevalentemente dalla 1) “il denaro” e dalla 2) “l’approvazione”: e per te quali sono le principali “motivazioni” che ti spingono nella vita?
Scrivile nei commenti!
Dott. Alberto Ruffinengo Counsellor Professionista Psicosintetico a indirizzo Aziendale