AUMENTARE L’EMPATIA PERSONALE PER MIGLIORARE LE RELAZIONI

Essere ‘empatici’ con gli altri è un passaggio fondamentale se vogliamo migliorare le nostre relazioni.

Sappiamo che nel lavoro le relazioni sono fondamentali, sia per aumentare il nostro benessere che per raggiungere i risultati desiderati. Ma prima di cercare di ’empatizzare’ con gli altri, la prima persona con cui dobbiamo ’empatizzare’ siamo noi stessi. Aumentare l’empatia verso di noi migliora anche la nostra autostima: più siamo in grado di accoglierci, più acquisiamo fiducia e sicurezza in noi stessi.

Se siamo violenti verso di noi, possiamo offrire empatia agli altri?

Chi condanna sé stesso condanna anche gli altri, chi giudica sé stesso giudica anche gli altri.

Quindi per essere empatici verso gli altri dobbiamo essere prima di tutto empatici con noi stessi. Ma cosa vuol dire “essere empatici verso noi stessi” e, soprattutto, come si fa ad aumentare questa sensibilità?

In estrema sintesi essere empatici verso noi stessi significa ascoltarci nel profondo, comprendere i nostri bisogni, accoglierci per quello che siamo e riconoscere il nostro valore.

“Detta così, Albe, sembra la missione di una vita…”

Bè, un po’ lo è, ma se non iniziamo non arriveremo mai.

“Un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo!”

Lao Tzu

Vediamo dunque come sviluppare questa qualità in 3 passi grazie agli studi e alle intuizioni di Marshall Roseneberg, psicologo Americano allievo e assistente di Carl Rogers e autore del libro “Le parole sono finestre [oppure muri]”.

COME SVILUPPARE EMPATIA CON NOI STESSI

1. RICORDIAMOCI DI ESSERE “SPECIALI”:

Il primo passo per sviluppare empatia è ricordarci di essere speciali. Molti di noi hanno perso la consapevolezza di quanto siamo speciali.

Ognuno di noi è unico, è mosso da bisogni personali ed ha delle capacità e delle qualità originali e irripetibili. Anche due persone che hanno qualità simili, non sono identiche, e anche chi ha qualità simili ha sicuramente un mix delle stesse diverso.

E’ importante approcciarci anche agli errori con spirito di apprendimento. Quando ci capita di sbagliare, possiamo pensare che tutto quello che ci capita serve ad arricchire la nostra vita. In questo modo svilupperemo empatia verso noi stessi, perché potremo approcciarci anche ai nostri comportamenti che riconosciamo non essere stati corretti come a lezioni che ci aiuteranno a fare scelte migliori in futuro.

Se invece facciamo seguito agli errori con pensieri critici su noi stessi perdiamo il contatto con la bellezza che è in noi e perdiamo anche la connessione con l’energia vitale che ci sostiene.

2. VALUTIAMO NOI STESSI CON AMORE:

Il secondo passo, dopo esserci ricordati che siamo “unici e irripetibili” (fino alle prossime scoperte nel campo della clonazione!) è quello di trattarci con amore anche quando sbagliamo.

Ad esempio, l’ultima volta che hai fatto un errore, qualcosa di cui poi ti sei pentito, ti sei giudicato con aggressività e cattiveria? Hai provato senso di colpa e di vergogna?

Mandare a noi stessi dei messaggi di inadeguatezza genera in noi un’energia distruttiva e abbatte la nostra autostima! Comportandoci così permettiamo che la nostra crescita e il nostro apprendimento siano governati dalla critica e dall’odio. Se poi quando chiediamo scusa agli altri per i nostri comportamenti proviamo questi sentimenti loro avvertiranno che dietro le nostre azioni “riparatorie” c’è senso di colpa e vergogna e saranno meno inclini ad apprezzare quello che facciamo. Questo approccio ci impedisce di riconoscere i nostri limiti e ci allontana dalla nostra crescita.

Possiamo provare a sostituire i pensieri di ‘odio’ con altri di ‘perdono’ nei nostri confronti quando facciamo degli errori, e, in qualche modo, possiamo provare a gioire nell’apprendimento. Dopo aver fatto questo passaggio, le azioni che faremo verso gli altri saranno connotate da maggior gentilezza e sensibilità. Potremo così compiere azioni riparatorie libere e gioiose.

3. FOCALIZZIAMOCI SUI NOSTRI BISOGNI:

Tendiamo a giudicare negativamente le altre persone quando sentiamo che non si comportano in armonia con i nostri bisogni. Anche quando ce la prendiamo con noi stessi è perché stiamo tradendo i nostri bisogni. Focalizzarci sui nostri reali bisogni è un’ottima guida per la nostra crescita e apprendimento. I sensi di colpa e la vergogna ci impediscono di vedere cosa accade veramente in noi. Ricollegarci con i nostri bisogni ci aiuta a capire cosa non ha funzionato fra i nostri comportamenti e i nostri valori che in qualche modo abbiamo disatteso.

I bisogni sono una guida interiore.

Quando abbiamo focalizzato i nostri bisogni, potremo esplorare le possibilità che abbiamo per realizzarli. Abbandonando sensi di colpa e vergogna che tendono ad offuscarci la vista, potremo sentire quali sono le emozioni che stiamo provando. E, come sappiamo, le emozioni sono delle ottime guide per sapere dove dirigere le nostre energie. Potremo sentire tristezza o paura, dolore o delusione, tutte emozioni che ci possono aiutare a trovare una strada alternativa per raggiungere i nostri desideri.

La domanda che ci possiamo fare è: “Quando mi sono comportato in un modo che ora mi rincresce, quale mio bisogno stavo cercando di soddisfare?”.

Agiamo sempre cercando di soddisfare dei nostri bisogni.

Attivando l’empatia possiamo sentire qual è il nostro bisogno sottostante. Quando facciamo questo percorso attiviamo anche il perdono di noi stessi. Certo, in quella situazione abbiamo sbagliato le modalità di soddisfare il nostro bisogno, ma l’energia che ci spingeva era vitale per noi.

Quando ascoltiamo noi stessi con empatia, senza giudicarci negativamente, possiamo riconoscere il bisogno che cercavamo di soddisfare. Quando troviamo questo bisogno e stabiliamo una connessione “sana” con esso possiamo perdonare noi stessi. Nel metterci in contatto con i nostri bisogni accresciamo anche le nostre capacità creative per realizzarli.

Se riusciremo a ricordarci che siamo esseri speciali, a valutarci con amore e ad ascoltare i nostri bisogni potremo entrare in empatia con noi stessi e migliorare le relazioni con gli altri.

Dott. Alberto Ruffinengo Counsellor Professionista Psicosintetico a indirizzo Aziendale
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