Non c’è niente da fare: riuscire a fare una critica costruttiva rimane uno dei compiti più difficili sul lavoro: i collaboratori si offendono, i capi non ne parliamo, i colleghi possono rimuoverti dalla loro rubrica…
Ma anche in qualsiasi altro campo: quando provo a fare una “critica costruttiva” a mia moglie, in genere, ne pago le conseguenze per settimane 🙂 !
D’altra parte è fondamentale riuscire a padroneggiare questo ambito: per la nostra sopravvivenza e per aiutare a crescere le persone che lavorano con noi. Ma quand’è che ci capita di criticare gli altri?
La critica nasce quando un’altra persona sbaglia qualcosa che ci causa un danno. Laddove è possibile, in generale, è meglio evitare le critiche perché vale la legge che dice:
“Tanto le persone amano essere apprezzate quanto odiano essere criticate!” (se vuoi approfondire il tema dell’apprezzamento puoi leggere l’articolo: “Apprezza gli altri col cuore!”)
Per questo, se proprio non lo riteniamo indispensabile, meno facciamo notare gli errori altri e altri meglio è.
Ma un leader, un buon manager o qualsiasi persona autorevole, deve essere in grado di aiutare le persone che lavorano con lui a migliorarsi: correggerle quando sbagliano può essere un momento fondamentale per l’evoluzione di chiunque (se gestito bene!).
Vediamo insieme allora quali sono alcuni ingredienti che il grande Dale Carnegie (autore del bestseller “Come trattare gli altri e farseli amici”) ha suggerito a migliaia di persone che hanno partecipato ai suoi seminari (e nelle quali è difficile non ritrovarsi!).
- INIZIATE SEMPRE CON LE LODI E L’APPREZZAMENTO SINCERO
Nella vita è sempre più facile ascoltare le cose spiacevoli dopo aver udito quelle piacevoli. D’altra parte si passa sempre prima la schiuma da barba o le creme ammorbidenti prima di passare il rasoio, e se lo facciamo col corpo perché non dobbiamo farlo con la mente?
Fare i complimenti ad una persona per le cose che fa bene aiuta a creare un clima di ascolto: la persona che riceve i complimenti si rende subito conto che la riconosciamo per i suoi aspetti positivi e quindi si bendispone anche nei confronti di qualche osservazione critica che potremo farle sapendo che non ce l’abbiamo con lei. Questo approccio aiuta a portare l’attenzione alle cose che facciamo e a non prendere sul personale eventuali critiche.
2. RICHIAMATE L’ATTENZIONE SUGLI ERRORI ALTRUI IN MANIERA INDIRETTA
Se ad esempio iniziamo una critica con delle lodi sincere ma non stiamo attenti alle parole potremo sabotare completamente il nostro intento. Ad esempio una congiunzione a cui dobbiamo stare molto attenti è il MA.
Se dico a mio figlio: “Lorenzo, fai sempre i compiti e sei bravo a scuola, MA se studiassi di più potresti prendere dei voti eccellenti…” (a parte che prende voti migliori dei miei alla sua età!) in realtà lui si sente incoraggiato fino al fatidico MA, poi si domanda se la lode era veramente sincera.
Usare invece una E può aiutare a far passare il messaggio: “Lorenzo, fai sempre i compiti e sei bravo a scuola, e se studiassi di più potresti prendere voti eccellenti!”.
3. PARLATE DEI VOSTRI ERRORI PRIMA DI SOTTOLINEARE QUELLI DEGLI ALTRI
E’ molto più facile accettare una critica se la persona che la sta facendo comincia con l’ammettere umilmente di essere ben lontana anche lei dalla perfezione. Sul lavoro a me capita, quando qualcuno mi presenta delle analisi numeriche e troviamo insieme degli errori, mi capita di dire: “Anche io le prime volte che dovevo fare analisi complesse con i numeri incappavo in questi errori, poi con l’esperienza non succede più…”.
Questo aiuta a smorzare i toni, nessuno si offende e la persona che ha fatto il lavoro la volta dopo sta molto più attenta alle imprecisioni!
4. FATE IN MODO CHE L’ALTRA PERSONA SALVI LA FACCIA
Come è importante lasciare che l’altra persona “salvi la faccia”…
Quando troviamo un errore di qualcuno, spesso questo ci fa arrabbiare e può succedere che, in preda al nervoso, passiamo sopra i sentimenti degli altri come se fossimo dei carrarmati, rinfacciando colpe, criticando, rimproverando l’altro di fronte agli altri senza nemmeno pensare di ferire profondamente le persone. Basterebbe pesarci su un attimo: ritrovare la calma (magari con una pratica di mindfulness come facendo tre bei respiri profondi), dire un paio di parole più ‘misurate’ e trattare l’altro sempre con un po’ di attenzione stando attenti a non offendere. Il famoso scrittore del “Piccolo Principe” disse:
“Non ho il diritto di dire o di fare qualcosa che sminuisca un uomo di fronte a sé stesso. Il problema non è quello che io penso di lui, ma quello che lui pensa di sé stesso. Offendere un uomo nella sua dignità è un crimine”.
Antoine de Saint Exupery
5. LODATE IL PIU’ PICCOLO PROGRESSO. SIATE CALOROSI NELL’APPROVAZIONE E PRODIGHI DI LODI.
L’attenzione nutre.
Se bagnamo una pianta questa cresce, altrimenti si secca e muore. Quando ci rivolgiamo agli altri abbiamo lo stesso effetto: se innaffiamo i semi delle cose buone che hanno fatto quelli crescono, se sottolineamo solo i difetti e gli errori saranno quelli a proliferare. Per questo è importante, anche quando si muove una critica, partire sempre dalle cose buone e giuste che ha fatto l’altra persona, ricordandole con precisione in modo che sia chiaro che siamo sinceri.
“Le capacità appassiscono sotto la critica, fioriscono sotto l’incoraggiamento”
Dale Carnegie
6. DATE AGLI ALTRI L’IMPRESSIONE DI AVERE UNA REPUTAZIONE DA DIFENDERE
Questo è un aspetto spesso trascurato: se ricordiamo agli altri che dal nostro punto di vista sono dei professionisti, anche quando sbagliano, in loro si accenderà la fiamma dell’orgoglio.
“E’ vero, io sono una persona in gamba, come ho potuto commettere questa leggerezza sul lavoro. Domani starò più attento!”.
Un messaggio di questo tipo, inviato ad un’altra persona, rinforza la sua autostima e lo sprona a lavorare meglio e correggere i suoi errori, per dimostrare a sé stesso (e agli altri) che è una persona valida.
7. USATE L’INCORAGGIAMENTO. MOSTRATE QUANTO E’ FACILE CORREGGERE GLI ERRORI
Non tutti i compiti e le attività lavorative che ci vengono assegnate sono semplici. Alcune, anzi, sono parecchio complesse. Ad esempio quelle che richiedono specifiche competenze tecniche possono rivelarsi molto ostiche. Spesso quando le affrontiamo ci capita di sbagliare.
Se però abbiamo vicino persone che ci correggono e incoraggiano, mostrandoci gli errori e facendoci vedere con fiducia come evitarli, ecco che cominceremo a migliorare… Questo atteggiamento fa sì che anziché provare un rifiuto verso attività che ci sembrano troppo complesse, via via ci perfezioniamo, crediamo in noi stessi e iniziamo ad ottenere buoni risultati. Tutto ciò ci fa sentire portati anche per quella attività.
Questo non vale solo sul lavoro: se siamo supportati in qualsiasi passione, dal ballo allo sport, dalla cucina alle relazioni sociali, potremo vincere anche la nostra timidezza e superare i nostri limiti. Incoraggiare gli altri è sempre una buona pratica, chi ha figli sa che questo è anche un ottimo metodo educativo!
CONCLUSIONE
In conclusione, fare critiche costruttive è sempre possibile. Non dobbiamo necessariamente ripercorrere ogni volta tutte e 7 le tecniche sopra riportate, ma conoscerle (e praticarle!) ci aiuterà a utilizzare di volta in volta quelle più utili nelle singole occasioni. Allenarsi a incoraggiare gli altri, mostrarsi fiduciosi, apprezzare gli altri anche quando sbagliano e correggerli con gentilezza ci aiuta a costruire relazioni di stima reciproca con le persone con cui lavoriamo. La critica può così diventare un’occasione per instaurare relazioni autentiche, anche nel posto di lavoro!
Dott. Alberto Ruffinengo Counsellor Professionista Psicosintetico a indirizzo Aziendale
[…] Se la comunicazione si mette su questi binari sarà difficile avere uno scambio proficuo: sugli effetti di una critica puoi leggere l’articolo “Migliorare le relazioni al lavoro? “Non Criticate, Non Condannate, Non Recriminate” mentre per approfondire i modi per effettuare una critica “Criticare senza Offendere: i 7 Segreti della Critica Costruttiva”. […]